L’artroprotesi del ginocchio è l’operazione chirurgica con la quale si va a sostituire l’articolazione usurata con una protesi, in modo da far riacquistare al paziente la mobilità articolare.
Come per l’artoprotesi dell’anca, anche per l’artroprotesi del ginocchio si sono creati nel tempo molti fraintendimenti legati alla dicitura “mininvasiva” che spesso si accompagna a questo tipo di operazione chirurgica.
Se per artroprotesi del ginocchio mininvasiva si intende infatti un approccio chirurgico rispettoso dei tessuti muscolo tendinei, dei legamenti crociati e del tessuto osseo, la definizione è corretta.
Diverso è confondere diversi tipi di protesi, tecniche di chirurgia robotica o assistita da strumentari creati sugli esami radiologici del paziente, che, almeno secondo la letteratura scientifica, non offrono risultati migliori e più veloci tempi di recupero.
Artroprotesi ginocchio: le protesi possibili
Se è vero, infatti, che la protesi monocompartimentale di ginocchio consente un intervento con incisione minore e risparmia tessuto osseo, si tratta però di un modello protesico da considerare solo in caso di “usura” parziale della cartilagine del ginocchio ed ha indicazioni precise e ristrette. La protesi monocompartimentale rappresenta un esempio di artroprotesi del ginocchio mininvasiva ma il suo utilizzo non dipende da una scelta filosofica, dipende dal tipo di artrosi del ginocchio di cui soffre il paziente.
Anche modelli protesici che risparmiano il legamento crociato anteriore ed il legamento crociato posteriore consentono una possibile miglior percezione del “proprio ginocchio” dopo l’intervento, ma il loro utilizzo dipende dal grado di integrità residua dei due legamenti.
In sostanza, la scelta del modello di protesi di ginocchio, più o meno mininvasiva, non dipende molto dalla scuola chirurgica o dalla filosofia adottata dall’ortopedico, dipende per lo più dal grado di “consumo” della cartilagine, dal grado di coinvolgimento dell’artrosi sui tessuti legamentosi, ovvero dalla gravità del quadro clinico ed anatomico che porta il paziente ad optare per l’intervento chirurgico di artroprotesi del ginocchio.
Più l’artrosi è grave meno il chirurgo ha la possibilità di optare per modelli protesici che preservino osso e legamenti. Per contro, l’industria offre disegni protesici sempre più affidabili e sempre più in grado di sostituire in modo confortevole il tessuto osseo ed i legamenti ormai non più utili all’articolazione.
I disegni protesici a disposizione del chirurgo ortopedico per la sostituzione dell’articolazione con una protesi di ginocchio comprendono modelli sempre più tecnologicamente perfezionati. Accanto a modelli che vicariano un legamento crociato anteriore danneggiato e quindi da sostituire con una particolare inserto in polietilene (protesi PS o postero-stabilizzate) esistono per esempio disegni di protesi che presentano un’asimmetria tra la parte interna ed esterna del ginocchio (protesi a pivot mediale), proprio come il nostro ginocchio naturale, che permettono una migliore percezione del ginocchio “nuovo”, accelerando i tempi di recupero.
Artroprotesi del ginocchio: un approccio su misura
Più che parlare generalmente di artroprotesi di ginocchio mininvasiva, oggi ha più senso parlare di una chirurgia “mirata” sulle problematiche cliniche ed anatomiche del ginocchio del paziente e sul paziente stesso.
In questo contesto si inserisce il protocollo dedicato al paziente candidato all’artroprotesi di ginocchio che comprende:
- Controllo del sanguinamento intra e post-operatorio
- Controllo del dolore post-intervento
- Programma di fisiokinesiterapia
Scelta del modello protesico più idoneo al paziente
La scelta del modello di protesi di ginocchio dipende, come descritto precedentemente, dalle caratteristiche del ginocchio da protesizzare e dalle richieste funzionali del paziente. L’esperienza del chirurgo gioca un ruolo chiave nella scelta del disegno più idoneo e della chirurgia maggiormente mininvasiva adottabile nel caso specifico.
Chirurgia a risparmio dei tessuti muscolo legamentosi ed ossei
La possibilità o meno di chirurgia mininvasiva dipende molto dal grado di usura dell’articolazione artrosica, dall’esperienza del chirurgo, dagli strumentari utilizzati. Non dipende dall’utilizzo di chirurgia robotica o dall’utilizzo di strumentari mono-uso paziente-specifici.
Controllo del sanguinamento intra e post-operatorio
Rappresenta una delle chiavi del successo dell’intervento. Una chirurgia attenta ed i protocolli di controllo del sanguinamento mediante utilizzo di acido tranexamico intraoperatorio hanno diminuito drasticamente il ricorso a trasfusioni post-operatorie e complicanze post protesi di ginocchio, per formazione di ematomi, con ulteriori benefici sull’accelerazione dei tempi di recupero.
Controllo del dolore post-intervento
Il controllo del dolore rappresenta una delle chiavi del successo dell’intervento di artroprotesi del ginocchio. Una chirurgia mininvasiva facilita sicuramente il controllo del dolore. A questa però occorre associare tecniche anestesiologiche per consentire una mobilizzazione immediata. Ottimi risultati sono forniti dal blocco post-operatorio del nervo femorale e dall’infiltrazione di anestetico locale intra-articolare al termine dell’intervento. Questa tecnica combinata associata ad un protocollo farmacologico permette un post-operatorio con poco dolore ed una ripresa funzionale più rapida.
Riabilitazione precoce
La riabilitazione precoce, con immediata mobilizzazione il giorno dell’intervento di artroprotesi ed il carico immediato è la conseguenza di tutti i punti precedenti. Il lavoro coordinato chirurgo-fisiatra porta all’accelerazione dei protocolli riabilitativi, diminuendo le complicanze e migliorando i risultati.
Dimissione nei tempi idonei
I tempi di ricovero ospedaliero sono un’altra chiave di successo dopo l’impianto di una protesi di ginocchio. Ogni paziente ha i suoi tempi di recupero e, talvolta, qualche giorno di ricovero supplementare è necessario e diminuisce drasticamente l’incidenza di insuccesso dell’intervento. L’assistenza del paziente ed il controllo del suo percorso riabilitativo è importante quanto l’esecuzione dell’intervento stesso.
Programma di fisiokinesiterapia
La protesi di ginocchio, a differenza della protesi d’anca, richiede un attento monitoraggio durante le prime settimane. La mobilizzazione, il carico precoce ed il precoce recupero dell’articolarità sono fondamentali per il successo dell’intervento. Occorre quindi stretta collaborazione tra chirurgo e riabilitatore per accelerare il più possibile i tempi di recupero completo.
I benefici di un approccio su misura
In conclusione, oggi considerare la chirurgia mininvasiva come una delle soluzioni chirurgiche migliori per l’esecuzione di un intervento di protesi al ginocchio appare quasi riduttivo. La chirurgia mininvasiva rappresenta uno, e non il più importante, pezzo del puzzle che compone il buon risultato finale di un intervento di artroprotesi al ginocchio.
Accanto a modelli protesici con materiali e disegni affidabili forniti dall’industria, che difficilmente miglioreranno drasticamente nei prossimi anni vista l’attuale qualità tecnologica, si è mirata l’attenzione sul paziente e sul suo percorso peri-operatorio. Tecniche di chirurgia più personalizzate, controllo del dolore e del sanguinamento, riabilitazione precoce, dimissione rapida sono oggi le chiavi del successo dell’intervento di artroprotesi del ginocchio, con la sempre crescente possibilità di variare il percorso chirurgico e riabilitativo secondo le necessità di ogni specifico caso.